Mi serviva una pausa, o forse mi serve ancora. Non sto scrivendo molto, ma sto provando a capire se quello che dovevo scrivere l’ho esaurito in “Dentro di me” e “Olive snocciolate” (e negli innumerevoli post settimanali di questo blog), o se in fondo sto conservandomi per scrivere qualcosa di nuovo. Originale. E’ aumentato il mio senso critico letterario. Quello sì. Adesso sono quantitativamente di più i libri che mi annoiano rispetto a quelli che mi colpiscono. Per trame. Genere. Soprattutto stile.
Mi abbracci, sei tenero come non ho mai conosciuto. E poi ci somigliamo tanto. Bassi uguali, occhi verdi, stesso humor. Riusciamo a ridere e divertirci da far paura, la gente che ci guarda ci prende per matti. I nostri modi di dire ce li portiamo dietro con noi per settimane. Così da metà aprile, quasi mi scoccia dover dare il merito ad un’applicazione Iphone. Che da tanto tempo non apro più. Non avrebbe senso. Ho te da quasi 6 mesi. Papà mi chiede spesso di te, vuole conoscerti. Ma per adesso direi che non è il caso.
Ma. Non voglio crearmi ansie ancora prima di scartare un regalo, non voglio viaggare a 200 all’ora con la testa. Da 1 a 10 con te sto bene 8, a tratti 9. E non voglio pensarci. Non voglio dire ancora fine perchè non sei 10. Voglio viverti ancora, darmi del tempo. 27 anni forse sono anche questo. Forse.
Credo di essermi preso una pausa dalla vita di qualche anno fa, quando l’obiettivo di una serata erano alcol e portare a casa quanti più numeri di cellulare avessi potuto raccattare. Quando camminavo nel labirinto dark, quando finire alle 2 in un locale con la lingua in bocca di qualcuno era una cosa figa da fare. Per sentirmi carino o soltanto giovane. O tutte e due le cose. Una pausa.
Adesso le mie serate sono cinema, cene, pub, e a volte TV quando c’è poca voglia di uscire dopo una settimana di lavoro-studio-e-palestra. Ho detto basta anche a pallavolo, ho detto basta ai (pochi) kg di troppo. Da gennaio ne ho persi 8.5. Mi lamentavo, sono andato da una dietologa e ora ho (finalmente) il controllo giusto del mio corpo. La pancetta è sparita con le serate nei locali. Quest’anno neanche più G-break a dicembre.
E’ soltanto quel “ma” che ho scritto prima a non lasciarmi del tutto tranquillo.